LE OPERE RELIGIOSE
I testi religiosi conservati nel fondo antico della Biblioteca sono numerosissimi. In essi si ripercorrono sedici secoli di teologia: dai primi autorevoli scrittori, Padri e Dottori della Chiesa, alle personalità rilevanti del Medioevo, fino alle voci della complessa e composita cultura teologica e religiosa del ‘500. In questa sede è impossibile citarli tutti: bastino, quindi, a breve esempio, alcuni nomi degli esponenti più rilevanti e più attestati.
I primi secoli dopo Cristo sono testimoniati da S. Ambrogio, Eusebio di Cesarea, S. Giovanni Crisostomo, S. Giovanni Damasceno, S. Girolamo, S. Gregorio I, S. Leone I, Origene. Per quanto riguarda le Sacre Scritture, sono attestate numerose edizioni uscite in Italia e in Europa. Il Concilio di Trento decretò che Bibbia e testi dottrinali dovessero essere scritti rigorosamente in lingua latina per evitarne una diffusione indiscriminata tra persone di cultura non elevata o comunque non adeguata che avrebbero potuto liberamente interpretarli in maniera soggettiva e non ortodossa. Nasce così la “Vulgata Sistina”, la Bibbia ufficiale voluta ed approvata dal papa Sisto V nel 1590, di cui è presente l’edizione uscita dalla Tipografia Vaticana nel 1598. Sempre nel periodo della Controriforma viene ripreso il pensiero di S. Tommaso, la cui autorità nelle scienze teologiche e filosofiche era stata già imponente nel Medioevo. La sua colossale opera, attestata in più edizioni, è commentata dal cardinale domenicano Tommaso De Vio, uno dei più brillanti studiosi del tomismo e strenuo oppositore di Lutero.
Sono testimoniati anche gli scritti di un'altra colonna portante della Chiesa: S. Agostino, punto di riferimento della corrente teologico-filosofica ispirata al misticismo, che annovera tra i pensatori più importanti Alessandro di Hales, S. Anselmo, S. Bernardo, S. Bonaventura da Bagnoregio, Ugo da San Vittore, tutti ben documentati nel fondo antico della Biblioteca.
Ma spicca su tutti l’eminente personalità di Roberto Bellarmino, santo e dottore della Chiesa, cardinale e consultore del Sant’Uffizio, professore di teologia e retorica. La sua monumentale opera apologetica Disputationes de controversiis christianae fidei adversus huius temporis haereticos è qui attestata in quattro edizioni (Ingolstadt 1590 e 1591; Lione 1590; Venezia 1599).
Sono inoltre attestati anche atti di concili e sinodi generali e locali della Chiesa cattolica: primo fra tutti quelli del Concilio di Trento, in cui sono raccolti tutti i relativi documenti fino al 1552.
Il Martirologio Romano, cioè il libro liturgico che racchiude la memoria e le opere dei martiri cristiani, ebbe la sua forma ufficiale nel 1584, per volontà ed approvazione del papa Gregorio XIII. Questa stampata a Venezia è, quindi, una delle prime edizioni. Sul frontespizio il ritratto in cornice ovale del pontefice Gregorio XIII |
G. M. Verdizzotti, Le vite de’ Santi Padri …, Venezia 1584. È una revisione ampliata, corretta e corredata da numerose illustrazioni dell’opera Le vite de’ Santi Padri scritta da Domenico Cavalca nel XIV secolo. Verdizzotti, oltre che sacerdote e letterato, fu anche pittore e frequentò la cerchia di Tiziano. |
Uno dei volumi dell’”opera omnia” di Origene, teologo greco tra i più eminenti nei primi secoli della Chiesa. Questa edizione è stata stampata a Lione nel 1536. Si noti l’elaborata composizione del frontespizio stampato in rosso e nero in cui spicca la marca tipografica di Jacques Giunta: il giglio fiorentino. |
L’”opera omnia” di S. Bernardo di Chiaravalle, stampata a Parigi nel 1566 dalla società dei tipografi G. Merlin, S. Nivelle e M. Guillard. La marca sul frontespizio raffigura l’allegoria del Lavoro: un uomo e una donna sono impegnati nella fatica dell’agricoltura, chini su un globo che rappresenta la terra. |
Frontespizio del volume 1° degli “Opuscoli teologici” di S. Bonaventura da Bagnoregio, pubblicati a Venezia da Girolamo Scoto nel 1572. La marca del tipografo rappresenta l’allegoria della Pace: una donna seduta sul globo celeste con in mano un ramo di olivo; sul cartiglio si legge il motto:“fiat pax in virtute tua” (sia fatta la pace nella tua virtù). |
La Summa theologiae di S. Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze. Quest’edizione uscita dai torchi di Venezia nel 1503 rappresenta sul frontespizio il Santo nell’atto di predicare. Si noti l’essenzialità del frontespizio e la rigidità delle figure illustrate, elementi tipici del libro nei primi anni del ‘500 |
Hughes de Saint-Cher, conosciuto anche come Ugo di Santo Caro o Ugo di Provenza, è stato un cardinale e commentatore della Bibbia. Questo volume, pubblicato a Venezia nell’anno 1600, raccoglie tutta la sua opera di revisione critica dell’Antico e Nuovo Testamento. La cornice del frontespizio è riccamente decorata con elementi architettonici, personaggi biblici e, sulla sommità, tra angeli e cherubini, la rappresentazione di Dio con Cristo e Mosè. |
S. Pietro Canisio, gesuita, prese parte al Concilio di Trento. Scrisse importanti opere di argomento spirituale e morale, tra cui un trattato sulla Vergine Maria e sulle false interpretazioni della Parola di Dio. La Biblioteca possiede queste due opere, pubblicate in un unico volume nella città tedesca di Ingolstadt nel 1587 |
De iustitia et de iure, poderoso lavoro di Luis de Molina, suddiviso in cinque volumi, in cui il gesuita espone le sue idee politiche, giuridiche ed economiche. Quest’edizione del 1593 è stata stampata nel 1593 a Cuenca, città spagnola nativa di Molina. Sul frontespizio domina lo stemma della Compagnia di Gesù. |
Le Disputationes, opera monumentale di Roberto Bellarmino, santo e dottore della Chiesa, cardinale e consultore del Sant’Uffizio, professore di teologia e retorica. In Biblioteca sono presenti ben quattro edizioni. Questa stampata a Venezia nel 1599 presenta un frontespizio in rosso e nero, istoriato con i quattro Evangelisti e alcuni Padri della Chiesa; in alto, la rappresentazione dell’Ultima Cena. |
L’”opera omnia” di Martin de Azpilcueta, domenicano e zio materno di S. Francesco Saverio. I suoi scritti avranno influenza anche sulle dottrine economiche. Delle quattro edizioni possedute dalla Biblioteca, questa è quella veneziana del 1599, con un frontespizio in rosso e nero, decorato con elementi figurativi e simbolici. In alto, in posizione centrale, c’è la rappresentazione allegorica della Giustizia: una donna con la spada e la bilancia. |