Vanvitelli

LE ANTICHITÁ DI ERCOLANO


L’importante risonanza della scoperta di Ercolano e Pompei, avvenuta nel 1738, aveva reso Napoli e il territorio limitrofo meta ambita e privilegiata del Grand Tour, al centro dell’interesse di antiquari italiani e stranieri, attirando visitatori e cultori di antichità da tutta Europa. Da quel momento ha inizio, per volontà del re, la ricerca di oggetti antichi che porterà in pochi anni alla costituzione della raccolta più prestigiosa di quelle di tutti gli altri sovrani europei. Le Antichità di Ercolano rivestono un ruolo importantissimo e un evento senza precedenti, non solo nella storia dell’archeologia durante il regno di Carlo III, ma soprattutto per quello che riguarda il libro a stampa. Le incisioni riportano i singoli reperti che negli anni venivano disseppelliti, sono straordinariamente dettagliate e fedeli nel riprodurre i particolari e gli stili degli affreschi. Preminente il ruolo delle tavole, magistralmente chiaroscurate, dove gli antichi reperti sono accompagnati da decori tipicamente settecenteschi.


L’OPERA GRAFICA DI LUIGI VANVITELLI


La maggior parte degli studi sulla figura di Luigi Vanvitelli si concentra soprattutto sulla sua opera architettonica, trascurando altri aspetti e altre attività artistiche che hanno contribuito a renderlo una delle personalità più importanti del XVIII secolo. In questa mostra si focalizza il contributo che Vanvitelli ha apportato all’arte dell’illustrazione del libro a stampa. Infatti, il re Carlo III, oltre la progettazione della celebre Reggia di Caserta, affidò allo stesso architetto il compito di ideare i lavori riguardanti la produzione calcografica per la pubblicazione degli otto volumi facenti parte di un progetto testimone della riscoperta dell’antica città di Ercolano: le Antichità di Ercolano Esposte, pubblicate dalla Stamperia Reale tra il 1757 e il 1792. Risalgono a questo periodo le diverse illustrazioni e i disegni dei diciannove capilettera parlanti ideati per illustrare tali volumi, in collaborazione con la Reale Accademia Ercolanese e la Scuola di Portici, per la quale lavorarono diversi e tra i più importanti intellettuali ed incisori del Regno.
L’apparato decorativo – capilettera, testate, finalini, fregi – e le numerosissime tavole di variabile grandezza sono incise ad acquaforte e bulino, con una costante ricerca di fastosità e di raffinatezza, riflesso delle intenzioni di rinnovamento culturale e socio-politico voluto dai Borbone. Tra le personalità coinvolte all’interno di questo progetto di rilievo, sono da citare gli artisti Carlo Nolli e Filippo Morghen, poi Rocco Pozzi, Carlo D’Onofri, Nicola Billy, Nicola Vanni, Francesco Giomignani. Fondamentale è stata l’attività dell’Accademia Ercolanese e della Stamperia Reale, la prima istituita per volontà del sovrano proprio per svolgere il compito di illustrare e descrivere i reperti emergenti dall’antica città di Ercolano; la seconda come luogo deputato alla stampa, nata proprio per tale impresa editoriale, la cui sede fu impiantata nello stesso Palazzo Reale di Napoli. Tutto questo conferì alla città partenopea un indubbio primato internazionale.


L’INIZIALE O CAPOLETTERA


L’iniziale o capolettera è la prima lettera, riccamente ornata o istoriata, di corpo maggiore delle altre, che figura in antichi manoscritti e libri a stampa all’inizio di un capitolo o di un paragrafo. Nella storia del libro, il capolettera è in effetti un’opera d’arte a sé, un piccolo campo figurativo nel quale presenta un’insolita ricchezza di motivi e figure, espresse sempre con fantasia e libertà creativa. Le iniziali possono essere figurate (riproducono un oggetto, un animale, un personaggio), istoriate (riproducono una scena, una piccola storia) o parlanti, quando la prima lettera coincide con l’iniziale della parola che identifica l’immagine.


I CAPILETTERA PARLANTI DI VANVITELLI


Ogni singolo capolettera ha un preciso riferimento iconografico rintracciabile nella cultura artistica, nell’architettura e nell’ambiente che circondava il Vanvitelli. Anche se si tratta di iniziali utilizzate per decorare i volumi delle Antichità, esse ricoprono un ruolo fondamentale nella produzione dell’architetto regio. Gli incisori che collaborano con Vanvitelli, come emerge dalla firma presente sotto la sottile cornice dei capilettera, sono Carlo Nolli e Francesco Giomigniani. Tali illustrazioni sono state esaminate nella Biblioteca S. Alfonso de Liguori di Pagani. In particolare, degli otto volumi delle Antichità, la Biblioteca conserva i primi tre dedicati alle pitture e il primo dedicato ai bronzi. I capilettera analizzati nei volumi sono in totale 19; le lettere H e Z dell’alfabeto italiano non furono realizzate. La singola iniziale appare come una autonoma rappresentazione, degna di un quadretto a sé, in cui concorrono un’attenta prospettiva, una meticolosa composizione e ricchi effetti chiaroscurali.

Le pitture antiche d'Ercolano e contorni incise con qualche spiegazione, Napoli 1757-1779

A

come aquila: significativo simbolo regale, ma anche uccello divino in quanto attributo di Giove; infatti sono presenti i fulmini, raffigurati con una punta su entrambe le estremità e simili ad un fascio di fiamme.

B

C

come corona: emblema della sovranità, finemente impreziosita e accompagnata da due scettri su di un cuscino regale ricamato riccamente con gigli.

D

E

F

G

come guglia: sono presenti i riferimenti alla città di Roma, in particolare al possente colonnato che rimanda inevitabilmente a quello di Gian Lorenzo Bernini in Piazza San Pietro.

I

L

M

N

O

P

La P raffigura non solo un ponte, a cui fa riferimento la lettera, ma anche alcuni monumenti della classicità, vivido esempio e riferimento alla cultura classica del Vanvitelli: vi è un arco ad un solo fornice, un imponente struttura architettonica simile al Pantheon; elementi che rimandano inevitabilmente alla città di Roma, città ricca per eccellenza di monumenti antichi

R

Q

S

La S raffigura la cerimonia di un sacrificio nel mondo romano detto Suovetaurilia. È pertanto un autentico riferimento simbolico rivolto alla cultura classica. Vanvitelli, in questo caso, cerca un legame o un richiamo coerente con i testi e le illustrazioni delle Antichità attraverso una rievocazione dello spirito del mondo classico.

T

U

V

Le pitture antiche d'Ercolano e contorni incise con qualche spiegazione, Napoli 1757-1779